Nuova rubrica “Urbanistica per tutti” – Il PRG parte I

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Con questo post inauguriamo una nuova rubrica "Urbanistica per tutti": un modo per spiegare in termini spiccioli, accessibili a tuttii, le nozioni base di alcuni strumenti urbanistici che spesso stanno alla base delle opere che vediamo in città, e che un cittadino dovrebbe quantomeno conoscere o saperne parlare. Iniziamo dal "padre" degli strumenti, ovvero il PRG.

Il Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) è definito come uno strumento che regola l’uso del suolo dell’intero territorio comunale.

E’ una legge sotto tutti i punti di vista ed è il principale punto di riferimento per l’azione edificatoria (oggi a noi tanto cara) all’interno della nostra città.
Il PRG contiene indicazioni sul possibile utilizzo o tutela delle porzioni del territorio a cui si fa riferimento.
Il Prg viene redatto dal consiglio comunale e poi approvato dalla regione.
 
Detto questo, Il PRG (piano regolatore generale) non è un libro da leggere, o meglio, non soltanto questo. Al suo interno prevede anche alcune relazioni di solo testo, ma un PRG è formato da tavole illustrative, grandi cartografie dove vi è disegnata la nostra città e le indicazioni che ogni cittadino deve eseguire.
Assolutamente da dimenticare: “su ciò che è mio faccio ciò che voglio io”, il PRG non è un consiglio su come gestire al meglio le nostre proprietà.
 
Quali informazioni contiene il PRG?
 
  • Le principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili
E’ fuori da ogni dubbio che strade e ferrovie sono le infrastrutture che utilizziamo più frequentemente e ci consentono di orientarci seguendo una carta.
 
  • La divisione in zone del territorio e le indicazioni da seguire per ogni singola zona
L’intero territorio comunale viene suddiviso in zone omogenee,come un puzzle. Ogni zona precisa delle regole da seguire. 
 
  • Le aree cittadine destinate a spazi di uso pubblico
  • Le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico
  • I vincoli (ciò che non si può fare) di cui tener conto nel caso di zone che hanno un particolare valore storico o ambientale. Questo per evitare (esagerando con i paragoni) la nascita di un grande albergo con vista panoramica nei pressi del Santuario di S.Rosalia, o un modernissimo stadio fra via Ruggero Settimo e via Roma!!!
  •  Le norme per l’attuazione del piano
Consentono la specificazione e il dettagli sull’utilizzo del suolo nella varie zone omogenee
 
 
La parte più importante e che ci da maggiori indicazioni sull’uso del suolo è quella che riguarda le zone territoriali omogenee (ZTO).
Il territorio comunale è stato diviso in 6 ZTO, dove in ciascuna sono specificate (appunto nelle norme attuative) le azioni possibili da compiere:
 
Zona omogenea A: Comprende le parti di territorio con edifici storici o agglomerati urbani di forte pregio ambientale (es. il nostro centro storico)
 
Zona omogenea B: Comprende le parti di territorio con edifici che non hanno interesse storico.
 
Zona omogenea C: Comprende le parti di territorio inedificate o parzialmente edificate, dove è possibile costruire.
 
Zona omogenea D: Comprende le parti di territorio destinate ad industrie.
 
Zona omogenea E: Comprende le parti di territorio destinate ad usi agricoli.
 
Zona omogenea F: Comprende le parti di territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale (scuole, ospedali e similari, parchi pubblici).
 
Il PRG detta le norme generali di uso del suolo, e ha validità fino all’istituzione di un nuovo piano regolatore.

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9 Thoughts to “Nuova rubrica “Urbanistica per tutti” – Il PRG parte I”

  1. fatamorgana

    il P.R.G. italiano ha un solo difetto:
    se non c’è disponibilità di risorse finanziarie pubbliche, tutto quello previsto per i servizi ubblici (strade, parcheggi, scuole, ecc…) non viene semplicemente realizzato per decenni, almeno questa e’ la tendenza nel sud Italia.

    Ormai i Piani Regolatori Generali sono strumenti di pianificazione obsoleti se non vengono accompagnati da piani economici di investimento pubblico, privato e pubblico-privato.

    I Piani Strategici rappresentano invece un trait d’union tra pianificazione urbanistica, vocazione di una città e risorse economiche disponibili o da rendere disponibili/reperire in breve tempo (non decenni per intenderci).
    I Piani Regolatori non sono condivisi dal basso in quanto la parola al cittadino viene data solo alla fine della sua redazione per la presentazione delle OSSERVAZIONI, che l’amministrazione comunale comunque puo’ – o non puo’ – tenere in considerazione.
    I Piani Strategici nascono invece per essere condivisi dal basso ancor prima della loro redazione. Perchè partono dal presupposto che sono i cittadini e i portatori di interessi, in tutte le loro categorie, ad essere i disegnatori dell’assetto urbano, secondo le tendenze sociali economiche e culturali che si vanno delineando e mutando ormai sempre piu’ rapidamente.

    Da tempo in Italia si parla (solo dibattito nei salotti urbanistici) di ammodernamento delle normative urbanistiche anche alla luce dei cambiamenti degli ultimi 2 decenni e alla luce del diffondersi dei Piani Strategici in Italia.

    Oggi bisogna tenere in alta considerazione non solo il disegno urbanistico del territorio, che poi in una città grande consiste per lo piu’ in micro mutamenti dell’attuale assetto (ormai le città esistono e hanno un loro disegno bello o brutto che sia), ma anche la fase economica degli investimenti e soprattutto come far convergere in maniera ottimale investimenti privati ed erogazione di servizi pubblici.
    Se si trova l’equazione ideale per questo connubbio si possono realizzare interventi interessanti e dare contributi positivi per il miglioramento della qualità della vita in ambiente urbano, come avviene in tante città europee.
    Ma non fossilizziamoci solo sul PRG, come unica Bibbia, per la salvezza della città, perchè continueremo a commettere gli errori del passato: quello di prevedere tutti i servizi da manuale urbanistico, ma poi realizzarne un bassa percentuale.
    Gli enti locali non hanno piu’ risorse finanziarie proprie e l’intervento dei gruppi privati (project financing, sponsorizzazioni,….) rappresenta uno dei pochi mezzi (€€€) per realizzare servizi alla collettività. O si comprende questo o non si va avanti realizzando cio’ di cui la Palermo del 2009 necessita.

    Novità recenti dal Governo sul “Piano Casa”: Il Piano Casa verrà discusso nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri, e consentirà un aumento del 20% nella cubatura degli immobili esistenti (alias sanatoria a go-go).
    Estensione che sale al 30% nel caso di abbattimento e ricostruzione degli edifici obsoleti e al 35% se il nuovo edificio è costruito secondo le regole della bioedilizia e del risparmio energetico.
    I P.R.G. locali italiani dovranno fare i conti con queste novità che il Governo ha presentato.
    (e fu così che ….con il terrazzino scoperto ora mi ci faccio un paio di stanze….)

  2. Ciacullaro Planner

    @fatamorgana
    Le tue parole sono sacrosante, e le condivido in pieno.Hai praticamente anticipato tutti i temi di cui si voleva trattare nei prossimi interventi.
    Lì si parlerà anche di Programmazione complessa e pianificazione strategica.
    Qello che dici è verissimo, la città si trasforma con altri tipi di interventi molto più snelli ed efficaci di una previsione da prg.
    Oggi, solo in negozianto pubblico-privato può dare vantaggi.
    Il piano casa è un tema scottante ma ancora in una fase embrionale, stiamo a vedere come le regioni si comporteranno.
    Fuori di dubbio che sia un piano poco adatto ai tempi d’oggi.

  3. IoGomesio

    utilissima questa nuova rubrica. finalmente qualcuno che spiega in parole povere delle cose importanti quanto poco accessibili nello specifico ai non addetti ai lavori (vedi il sottoscritto)

  4. Aggiungo che, qualora aveste delle domande da fare in merito, scrivetele pure….cercheremo tutti di rispondere ognuno in base alle proprie conoscenze e attitudini 😉

  5. federico

    a questo punto si dovrebbe parlare del PAG (Piano Abusivismo Generale) che parte dall’ultra basso, del tipo “faccio quello che mi pare tanto prima o poi verrà sanato”

  6. Ciacullaro Planner

    Federico, questa sarebbe un’idea!!….intanto “faccio quello che mi pare” gia esiste ed è ben diffuso, per il resto ci stanno gia pensando 🙂

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